«Dov’è la scuola?» si interrogano i bambini che si affacciano per la prima volta, tenuti per mano da genitori più in ansia di loro, mentre entrano nell’edificio più volte guardato dall’esterno con un desiderio vivo di entrare nel mondo nuovo.
«Dov’è la scuola?» si domandano i dirigenti, i docenti, il personale che inizia un anno di responsabilità e di lavoro in una nuova sede e studia i percorsi, i parcheggi e soprattutto i volti di colleghi e collaboratori per capire dove si sia capitati.
«Dov’è la scuola?» si domanda l’agente della polizia locale incaricato di organizzare il caos dei primi giorni e l’ingorgo di auto e pedoni.
Ma la domanda non cerca solo l’indirizzo da impostare sul navigatore. Piuttosto intende collocare la scuola in un contesto in cui urge una fierezza di essere scuola, una proposta di relazioni, di istruzione, di valori civici.
«Dov’è la scuola?» è l’appello all’istituzione che raduna la totalità della generazione del futuro perché la scuola sia riconoscibile come una comunità plurale e corale, propositiva e paziente. La molteplicità delle esigenze, delle aspettative, delle problematiche deve essere condotta a una presenza riconoscibile e autorevole per offrire percorsi di formazione, di educazione, di ricerca vocazionale.
«Dov’è la scuola?» è il rimprovero da rivolgere a chi a scuola non ci va, alle famiglie che non sono in grado o non hanno voglia di pretendere che i figli frequentino con regolarità e impegno il percorso scolastico che la comunità propone.
«Dov’è la scuola?» è la richiesta che si deve porre ai responsabili del bene comune e degli investimenti, perché si provveda a riparare i danni delle tempeste estive, ad adeguare gli edifici perché siano sicuri, accoglienti, belli, adeguatamente vigilati.
«Dov’è la scuola?» è la domanda che mi pongo, perché vorrei entrare in ogni scuola e in ogni classe per dire un augurio, per assicurare la disponibilità della comunità cristiana locale a coltivare buoni rapporti per una rispettosa e costruttiva collaborazione al servizio del bene di tutti.
Vorrei dire a ogni dirigente, a ogni docente, a ogni persona del servizio alla struttura la mia stima, il mio incoraggiamento e la mia benedizione per l’anno scolastico che inizia e la speranza che non tardi troppo e non sia troppo complicata l’alleanza con le famiglie, con le espressioni del territorio che accompagnano i più giovani nello sport, nelle arti, nell’affrontare i problemi di salute, di disabilità, di inserimento.
«Dov’è la scuola?». Io posso rispondere: la scuola è nel pensiero e nella passione di chi vi lavora, la scuola è tra le priorità delle amministrazioni e delle istituzioni, la scuola è nel buon senso lungimirante delle famiglie che chiedono istruzione e formazione per il futuro dei propri figli.
Ecco dov’è la scuola, là dove c’è gente che ama l’umanità e il suo futuro Con ogni buon augurio.
+ Mario Delpini, arcivescovo di Milano